Jim Morrison: Ode a L.A. pensando a Brian Jones
Di Jim Morrison e dei Doors si conosce ormai praticamente tutto o quasi.
Migliaia di articoli sono stati scritti sulla band di Los Angeles e su come quattro persone diversissime fra loro abbiano potuto incendiare la scena musicale americana prima e mondiale poi per cinque intensissimi anni fra il 1966 e il 1971.
Forse però pochi conoscono il lato nascosto del Jim Morrison privato. Pochi per esempio conoscono il Jim Morrison bibliofilo. Editore e poeta. Appassionato di letteratura inglese, latina, greca e tedesca fin dall’infanzia. Non appena ne ebbe la possibilità acquistò una piccola tipografia e iniziò a stampare in proprio (le sue prime edizioni furono “The Lords” e “The New Creature” pubblicate ben due anni prima dell’editore ufficiale Simon & Schuster).
Proprio alla passione di Morrison per la stampa è legato questo episodio realmente avvenuto.
Jim amava molto Brian Jones e pensava che fosse il membro più importante dei Rolling Stones. Alla notizia della sua morte Morrison si isolò e passò alcune ore a scrivere una poesia su di lui. Poi chiamò la sua segretaria di allora, Jeanie, e gliela lesse per telefono. Jeanie la trovò bellissima e gli suggerì di farne qualcosa di speciale.
Di lì a quindici giorni, i Doors avevano in programma un concerto all’ Aquarius Theatre di Los Angeles e Jim decise di fare un foglietto con la sua poesia per Brian Jones e di distribuirlo in poche centinaia di copie agli spettatori. Jim aveva scritto i suoi versi di getto e senza correzione, sull’onda dell’emozione per quella morte.
Frank Lisciandro, suo amico e biografo, parla di questa poesia come una delle più belle che abbia mai scritto Jim Morrison.
Parlava di Brian Jones e di Los Angeles, di Jim Morrison e di Amleti perduti in susseguirsi di eleganti versi collegati fra loro. Sapete cosa fecero gli spettatori di questa poesia scritta e stampata per loro da Jim? Aeroplanini di carta! Quando il concerto finì la sala era colma di aeroplanini che vennero spazzati via la sera stessa e gettati nella spazzatura.
Chiedetevi: avete mai avuto una poesia distribuita dalla vostra rockstar preferita a un suo concerto? No? Allora conserviamo nel cuore questi splendidi versi che Jim Morrison ha scritto anche per noi.
Ode a L.A. pensando a Brian Jones, Deceduto (di Jim Morrison)
Io sono un semplice cittadino
Scelto per impersonare
il principe di Danimarca
Povera Ofelia
Tutti gli spettri che non vide mai
Volteggiano nella morte
Sulla fiamma di una candela metallica
Guerriero implacabile, ritorna
Tuffati
In un altro canale
In una pozzanghera di burro fuso
C’è Marrakech
Sotto le cascate
La tempesta feroce
Ha disperso i selvaggi
Nel tardo pomeriggio
Mostri del ritmo
Hai lasciato il tuo
Nulla
A gareggiare con il
Silenzio
Spero che tu sia uscito di scena
Sorridente
Come un bambino
Nei freschi rimasugli
Di un sogno
L’uomo angelico
In lotta coi serpenti
Per il possesso delle mani
E delle dita
Alla fine pretende
Il comando
Su questa anima
Pacifica
Ofelia
Foglie inzuppate
Nella seta
Cloro
Sogno
Testimonianza
Imbavagliata dalla pazzia
Il trampolino, il tuffo
La piscina
Tu eri un combattente
Una musa del muschio damascato
Tu eri il pallido
Sole
Per i pomeriggi televisivi
Rospi cornuti
Terrorizzati da una macchia gialla
Guarda adesso dove sei
Tu
In un paradiso carnale
Pieno di cannibali
E di ebrei
Il giardiniere
Ha rinvenuto
Il corpo che galleggia muovendosi
Cadavere eccellente
Che cos’è questa materia verde
Di cui sei fatto?
Buchi d’urto
Nella pelle della Dea
Puzzerà
Nel suo cammino verso il cielo
Per i saloni
Della musica
Non c’è scelta
Requiem per un duro
Quel sorriso
Quello sguardo
Da satiro sporcaccione
Ha saltato l’ostacolo
Per sprofondare nella terra grassa.
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